Lo scorso 15 gennaio, EIOPA ha pubblicato il 2° Report sull’applicazione della IDD nei 21 Stati membri nel periodo 2022-2023.
Il focus sull’Italia evidenzia numeri interessanti.
Il Rapporto esamina anche i cambiamenti nella struttura del mercato degli intermediari assicurativi e nei modelli di attività transfrontaliera, eventuali miglioramenti nella qualità della consulenza e dei metodi di vendita, l’impatto complessivo della IDD sugli intermediari assicurativi che operano come piccole e medie imprese e se le Autorità competenti dispongono di poteri sufficienti e di risorse adeguate per svolgere i loro compiti.
Lasciamo ai lettori il farsi una propria idea di cosa vogliono significare questi numeri.
Noi ci limitiamo ad esprimere una valutazione di merito su un dato incontrovertibile che emerge dal Report.
Nelle varie sezioni del Registro RUI, sono in calo gli iscritti persone fisiche e sono in aumento gli iscritti persone giuridiche.
Per quanto aggregati e non differenziati tra le varie sezioni RUI, e quindi non essendo qui evidenziata la percentuale che riguarda gli Agenti iscritti in sezione A, proviamo ad ipotizzare il significato di questa dicotomia.
Nella diminuzione delle persone fisiche e nel contestuale aumento delle persone giuridiche si può intanto leggere un processo in atto, che vede soprattutto gli intermediari professionisti optare per una strutturazione in compagini societarie. Ciò sia al fine di gestire meglio i crescenti costi legati a questa attività per mezzo di economie di scala, sia a quello di dedicarsi alle diverse specializzazioni ed eventuali ulteriori aree collaterali al core business assicurativo. L’obiettivo è preservare la marginalità agenziale a crescente rischio anche a causa degli aumenti tariffari RE correlati agli eventi catastrofali sempre più frequenti e violenti, che spesso rendono difficoltoso il mantenimento del rapporto con i clienti e la loro fidelizzazione costruita negli anni.
Se così è, e non ne dubitiamo, stiamo assistendo ad un cambiamento di modello distributivo, in chiave difensiva e non di sviluppo.
Per dirla male, produco meno, ma a costi minori.
Strategia sana, per carità, ma è inevitabile (e opportuno) chiedersi se alla base ci siano valutazioni imprenditoriali e manageriali degli Agenti, o induzione “spintanea” da parte delle Mandanti, soprattutto delle grandi player del mercato.
Parole come 51, hub, poli, stanno entrando nel nostro lessico molto più di premio, tasso, rischio.
C’è da preoccuparsi?
Di seguito una breve sintesi del Report.
L’analisi svolta sull’Italia mostra che nel 2022 il numero complessivo degli intermediari assicurativi registrati nelle diverse sezioni del RUI era di 235.404, di cui:
– 679 persone fisiche (-1,02% rispetto al 2021)
– 725 persone giuridiche (+1,06% rispetto al 2021)
Degli Intermediari registrati:
– 781 (8,81%) agiscono per più di una compagnia (+17,26% sul 2021)
– 230 (63,76%) agiscono per un solo intermediario assicurativo (-1,37% sul 2021)
– 468 (21,85%) agiscono per più di un intermediario assicurativo (+1,79%)
– La quota residua si divide tra gli intermediari che agiscono per una sola compagnia (in calo rispetto al precedente anno) e quelli che agiscono per conto del cliente