Arbitro Assicurativo IVASS Due pesi e due misure? Abbiamo la sensazione che le Istituzioni, IVASS in particolare, adottino due pesi e due misure nella loro attività, e la situazione che andiamo a raccontarvi, ai più sconosciuta, ne sembra un’ulteriore conferma.
Nel 2018 il legislatore italiano, nell’ambito del recepimento della Direttiva europea 2016/97 sulla distribuzione assicurativa, riconosceva la necessità di creare l’Arbitro Assicurativo.
Il compito di tale organismo, così come avviene per ABF della Banca d’Italia e ACF per la Consob, è migliorare il rapporto di fiducia tra Compagnie assicurative, Intermediari e assicurati, permettendo la risoluzione rapida ed economica di piccole controversie.
La prima proposta concreta per l’istituzione dell’Arbitro Assicurativo è stata avanzata da IVASS nel 2019.
Due anni dopo, nel 2021, il Segretario Generale IVASS Stefano De Polis, durante un webinar organizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Salerno, interveniva sul tema della risoluzione stragiudiziale delle controversie nel settore assicurativo, e in particolare proprio sulla creazione dell’Arbitro Assicurativo (AAS).
Nel progetto IVASS, l’adesione all’Arbitro Assicurativo sarebbe avvenuta automaticamente con l’iscrizione all’Albo delle Imprese o al Registro Unico degli Intermediari e il collegio arbitrale si prevedeva costituito da membri professionali, competenti, integri e indipendenti. La procedura di arbitrato avrebbe previsto tempi brevi, con decisioni non vincolanti, ma con un forte impatto reputazionale in caso di inadempienza.
A differenza di altri sistemi, l’Arbitro assicurativo avrebbe tenuto conto delle specificità del settore assicurativo, prevedendo limiti di competenza per valore e la possibilità di decidere in base all’equità in determinate situazioni.
Si sarebbe altresì coordinato con l’ABF e l’ACF, specialmente in questioni come le polizze di protezione dei pagamenti e i prodotti di investimento assicurativo (IBIPs).
Al tempo stesso IVASS esprimeva preoccupazioni sulla gestione del numero crescente di ricorsi e sulla sostenibilità del sistema, evidenziando l’esigenza di introdurre eventuali misure per gestire il volume dei ricorsi durante la fase di avvio.
Qualcosa, però, non ha funzionato. O non ha ancora funzionato. Infatti Stefano De Polis interviene nuovamente sul tema due anni dopo, nel settembre 2023, nell’ambito di una presentazione tenutasi presso l’Università di Roma Tre, sempre sulla giustizia stragiudiziale nei settori bancario, finanziario e assicurativo.
Cos’è accaduto? Come mai, a distanza di un lustro, l’introduzione dell’Arbitro assicurativo è talmente in alto mare che pochi ne rammentano addirittura l’esistenza?
Il ritardo nell’attuazione – spiega il Segretario Generale IVASS – è attribuito a complessità normative e procedurali, inclusa la necessità di un decreto interministeriale per la sua istituzione, che deve essere redatto dal Ministero delle Imprese e del Made In Italy (precedentemente Ministero dello Sviluppo Economico) in accordo con il Ministero della Giustizia, basandosi su una proposta dell’IVASS medesimo.
La complessità di queste procedure amministrative ha contribuito al ritardo nell’implementazione dell’Arbitro. La natura stessa del mercato assicurativo, con una vasta gamma di prodotti offerti attraverso diversi canali e la natura complessa delle controversie assicurative, che spesso implicano questioni di responsabilità e valutazione dei danni, rendono difficile gestire le dispute attraverso procedure puramente documentali, le sole consentite all’Arbitro il quale non può utilizzare consulenze tecniche esterne.
IVASS ha espresso piena disponibilità e collaborazione con i dicasteri coinvolti per superare gli ostacoli burocratici e individuare le soluzioni più efficaci al fine di accelerare il processo di istituzione dell’Arbitro Assicurativo, la cui istituzione ritiene urgente per sfruttare al meglio il suo potenziale nel ridurre il contenzioso e migliorare le relazioni tra assicuratori e assicurati.
L’Istituto quindi ritiene urgente l’attuazione di tale progetto
Ciononostante, tra una cosa e l’altra sono trascorsi più di cinque anni, dedicati evidentemente dall’Authority a valutare tutte le implicazioni e gli impatti che potrebbero derivare da una non efficace creazione della figura dell’Arbitro.
Ci chiediamo:
• Non c’entra nulla con questo ritardo il fatto che l’Arbitro dovrà gestire anche, e soprattutto, i reclami verso le Imprese?
• Perché tale prudenza e tali valutazioni non vengono messe in campo anche quando si tratta di istituire norme e procedure stringenti sull’attività degli Intermediari?
Ribadiamo quanto affermato nell’incipit di questo articolo.
Resta il dubbio che IVASS adotti due pesi e due misure.
Abbiamo torto?