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L’Arbitro Assicurativo: se ne sentiva veramente il bisogno! Oppure no?

L’Arbitro Assicurativo: se ne sentiva veramente il bisogno! Oppure no?
Come ormai accade da anni, nell’indifferenza generale, gli Agenti di assicurazione sono oggetto di ossessiva attenzione da parte del legislatore, che non perde occasione per emanare normative tese a controllarci. Ecco l’ultima. Nella Gazzetta Ufficiale n. 6 del 09 gennaio 2025 è stata pubblicata la norma che istituisce e regola l’Arbitro Assicurativo, per risolvere le controversie in ambito assicurativo senza ricorrere al giudizio ordinario. All’IVASS si affida un ruolo centrale nella gestione e nella supervisione del sistema. Nelle premesse leggiamo “Considerato che l’adesione degli operatori a sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie costituisce un utile strumento per migliorare i rapporti con la clientela e la fiducia del pubblico nei prestatori di servizi assicurativi, con effetti positivi anche sul contenimento dei rischi legali e reputazionali delle imprese e degli intermediari assicurativi”. Ma che gentili, a preoccuparsi della nostra reputazione, senza mai considerare le incombenze, gli adempimenti e i costi da essi derivanti, che gravano sugli Agenti. L’istituzione di questa ulteriore figura, così meticolosamente regolamentata, sembra invece implicare per l’ennesima volta “La fiducia nei confronti degli intermediari assicurativi? Meglio metterci un arbitro in mezzo, giusto per sicurezza”. La norma emanata per stabilire regole ferree che garantiscano rapidità, economicità ed effettività delle tutele, di fatto, per noi Agenti professionisti, spesso erroneamente percepiti come l’origine di ogni potenziale controversia, si traduce in un ulteriore livello di vigilanza e supervisione. Ci viene richiesto di aderire a questi sistemi con un entusiasmo che, diciamocelo, è imposto più che spontaneo. Non che sia una novità: siamo già abituati a essere considerati i “sorvegliati speciali” di un settore che fatica a riconoscere il valore, anche sociale, del nostro lavoro. Il tutto, ovviamente, in nome del mantra della trasparenza e imparzialità, che suona un po’ come dire: “Non ci fidiamo troppo di voi, quindi mettiamo su un sistema che rappresenti le vostre esigenze, ma soprattutto gli interessi dei consumatori”. Come se l’interesse dei consumatori non fosse già il nostro obiettivo primario. Già il fatto che noi li definiamo clienti, la dice lunga, e non è un semplice formalismo lessicale. Il risultato? Una serie di procedure standardizzate e regole stringenti che, oltre a richiedere risorse e tempo, spesso non fanno che aumentare la distanza tra noi e i nostri – appunto – clienti. E siamo d’accordo che le modalità di contribuzione degli utenti devono “gravare il minimo possibile”. Indovina un po’ chi sarà, alla fine, a gestire la pratica e a spiegare questi sistemi al cliente? L’Agente. A questo punto, viene spontaneo chiedersi: arriverà mai una norma che non parta dal presupposto che noi siamo il problema, ma che magari riconosca il nostro ruolo come partner affidabili nel rapporto con gli assicurati? Siamo di fronte a un’altra dimostrazione di sfiducia istituzionale? Nel dubbio, e aspettando un provvedimento che ci agevoli davvero o per lo meno non ci metta in capo ulteriori impegni, per ora non ci resta che sorridere, annuire e compilare moduli. A proposito. La norma entrerà in vigore il 24 gennaio 2025 e l’Arbitro sarà operativo entro il prossimo maggio.

Foto di Htc Erl da Pixabay

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